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Questo libro è una straordinaria storia familiare a più voci che si fa racconto di un luogo, singolare geografia di affetti e di passioni. E' una storia personale dell'isola raccontata da una nobile siciliana, Orietta
Alliata, e da chi, Gianni Guaita, nato in Toscana e
liberalsocialista, in Sicilia arriva per amore e se ne innamora. La narrazione prende il via dall'infanzia di Orietta nella grande e settecentesca villa Valguarnera con gli splendidi ritratti del padre -il leggendario Duca di
Salaparuta, filosofo, vegetariano ed enologo di fama - e della madre - l'affascinante ed estrosa Amelia Sonia Ortuzar y
Ovalle, figlia di un diplomatico cileno di una cantante lirica, dell'amata sorella
Topazia, con il marito Fosco Maraini, antropologo e viaggiatore, e le tre figlie Dacia Yuki e Toni. Gianni parte
dalla sua infanzia nei ranghi della
gioventù del littorio |
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per venire al racconto della sua vita militare, dell'attività antifascista nella Firenze degli ultimi anni Trenta, della guerra e delle vicende legate allo sbarco degli Alleati in Sicilia fino al dopoguerra tutto incentrato nella fondazione del partito socialista, con Gianni e Orietta impegnati in prima linea, e all'emergere drammatico della questione mafia. Il racconto cresce attraverso le voci dei due protagonisti che si alternano nella narrazione e si arricchisce nella peculiarità di un doppio punto di vista, quello delle classi agiate a culturalmente illuminate, accanto a quello più tradizionalmente borghese dell'oggi, fino alla partenza dall'isola.
Isola Perduta allora anche per i moderni gattopardi, ma soprattutto romanzo morale di un'Italia che non c'è più e che rischia di essere dimenticata, correlativo espressivo e memoriale di un paesaggio fisico sociale e culturale che non vorremmo perdere per sempre. Affollano il dipanarsi della memoria nella Palermo di quegli anni nomi noti e meno noti degli intellettuali che contribuirono a valorizzarne la cultura: da Renato Guttuso a Nino Sorgi, da Danilo Dolci a Dacia
Maraini, da Elio Vittorini a Enzo Sellerio... Insomma nuovo e sorprendente, di scrittura solida e di sicuro valore testimoniale oltre che letterario, questo testo si muove tra memoria e invenzione, tra rievocazione e riflessione, tra denuncia e descrizione, ricco come di spunti e incastri infiniti con la Storia e le storie, e ci indica una maniera inattesa di scrivere e capire il nostro tempo, tra partitura romanzesca, biografie in prima persona e approfondimento saggistico.
Man mano che il racconto procede si affacciano nella narrazione anche le voci dei tre figli, Enrico, Anna e Carlo, che con la loro personale intonazione a dal loro particolare osservatorio, ulteriormente confermano la singolarità della loro vicenda e offrono al lettore lo sguardo di una generazione maturata poi lontano dall'isola, ma che con la Sicilia intende continuare a fare i conti. E così la nota introduttiva di Marcello Sorgi, con l'indimenticabile storia del terzo rubinetto, aggiunge pagine intense di un ricordare, a tratti stupito a tratti affettuosamente partecipe, "quel mondo, anzi, quei mondi, il loro particolare modo di vivere a contatto, nella doppia cornice di giardini patrizi o borghesi e di agrumeti dorati e insanguinati". Ricordare. Con gli occhi ben aperti.
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GIANNI
GUAITA (Pisa 1915) ha pubblicato vari romanzi e commedie, tra cui
Giona (Milano, Edizioni II Milione, 1957), Lettera di Bazel alla
Chiromante (Milano, Scheiwiller, 1971), L'elicottero (Milano,
Scheiwiller,
1973). Ha scritto numerosi originali televisivi e radiofonici. Le sue
commedie sono state rappresentate in molte città italiane.
ORIETTA
GUAITA ALLIATA (Palermo 1920) ha insegnato inglese nei Licei. Ha
pubblicato un'antologia di letteratura inglese e tradotto romanzi e testi
scientifici.
I
tre figli: ENRICO (Casteldaccia, Palermo, 1943) è uno storico; ANNA
(Palermo 1950) è giornalista negli Stati Uniti; CARLO (Palermo
1954) fa lo scultore. |