ORTIGIA

I seguenti brani sono una sintesi di alcuni dei contributi al catalogo "Ortigia Sotterranea":

Il progetto "Ortigia Sotterranea" - di Valeria Falsaperla
   
Le fasi dell'attività di ricerca - di Enrico Costa
   
Orientamenti di metodo e criteri di indagine - di Ettore Sessa
   
Ortigia e l'acqua: aspetti geologici - di Antonello Mamo
   
Segue una planimetria di Ortigia con individuazione dei siti ipogei.

IL PROGETTO "ORTIGIA SOTTERANEA"

Il progetto "Ortigia Sotterranea" si colloca nel quadro degli interventi tesi a promuovere la conoscenza e la valorizzazione di beni e/o siti che rappresentino "testimonianza materiale avente il valore di civiltà", che siano, in altre parole, tracce a partire dalle quali sia possibile ricostruire il senso dei luoghi che tali "tracce" contengono.

Il progetto "Ortigia Sotterranea" individua come centrali i concetti di identità dei luoghi e di diritto all'eredità culturale e mira, pertanto, all'individuazione di siti, elementi, beni utili alla ricostruzione/costruzione del senso dei luoghi di Ortigia.
Si vuole, inoltre, dare risposta alla emergente domanda di consumo attivo espressa da un pubblico che vuole acquisire consapevolezza della propria storia, della propria identità e che cerca un contatto diretto con il bene culturale che di tale passato è testimonianza.
Si tratta, in altre parole, di soddisfare un'esigenza forte dell'uomo di salvaguardare i siti o raccogliere ed esporre gli oggetti rappresentativi dei valori della propria civiltà per tramandare la propria eredità artistica e culturale, la propria identità, appunto.
Si ritiene, ancora, che la tutela non possa limitarsi alla sola conservazione fisica del bene, ma che piuttosto debba, in primo luogo, riguardare i messaggi culturali che sono a monte della realizzazione dei segni materiali; è essenziale, cioè, valorizzare, prima dei beni culturali, il processo storico che li ha generati, reinterpretando i rapporti con i contesti attuali. In tal senso con il termine valorizzazione si deve intendere il mantenimento della leggibilità dei rapporti intercorrenti tra bene culturale e contesto territoriale nel quale esso è inserito.
Un ulteriore aspetto che si vuole qui sottolineare riguarda l'enfasi sempre maggiore che negli ultimi anni il concetto di utilità sociale dei beni culturali legata alla loro fruizione è andata acquistando. La nuova forte domanda di cultura ha, infatti, segnato il passaggio dal bene considerato come oggetto di tutela al bene come possibile motore di un nuovo sviluppo economico ed occupazionale. E' evidente, però, che ad un progetto culturale, quale è il progetto "Ortigia Sotterranea", spetta il compito essenziale di rendere la fruizione culturale non solo "consistente", ma anche consapevole.

Il progetto è stato ispirato da due principi fondamentali:
1. il principio di cooperazione interdisciplinare.
2. il principio di cooperazione internazionale.
In primo luogo l'applicazione del principio di cooperazione interdisciplinare ha determinato la formazione del gruppo di lavoro responsabile del progetto "Ortigia Sotterranea", gruppo composto da studiosi aventi diverse specializzazioni e le cui conoscenze sono state ritenute essenziali per il successo della attività proposta.
In secondo luogo, condividendo pienamente il principio di cooperazione internazionale, il progetto "Ortigia Sotterranea" prevede la costruzione, a cura di chi scrive, di una rete europea di cooperazione finalizzata allo studio, alla salvaguardia ed alla valorizzazione di siti simili, per contesto storico, tipologia, funzioni e tecniche costruttive, ai siti ipogei presenti nell'isola di Ortigia, e che favorisca l'arricchimento reciproco delle conoscenze e delle modalità di intervento oltre che la valorizzazione della dimensione europea dei beni in questione. E' indubbiamente questo uno tra gli obiettivi principali e maggiormente innovativi del progetto di "Ortigia sotterranea".
Un efficace strumento di divulgazione delle conoscenze acquisite attraverso la ricerca che si sta conducendo è rappresentato da questo sito web, pensato e progettato da chi scrive.
L'obiettivo è, dunque, quello di realizzare, accanto alle numerose già esistenti, una nuova agorà elettronica, un nuovo luogo di incontro e di scambio, di approfondimento e di crescita culturale.

Arch. Valeria Falsaperla


LE FASI DELL'ATTIVITÀ DI RICERCA

L'attività di ricerca è stata articolata in due fasi.
La prima fase si è conclusa il 12 dicembre 1998 con una conferenza sul tema.
L'incontro di dicembre ha consentito di mettere a fuoco tema ed "oggetti" della ricerca, aprendo uno squarcio sulla realtà sotterranea di Ortigia ed avviando così i cittadini siracusani e non, la comunità scientifica nazionale ed internazionale verso un nuovo percorso di conoscenza. Durante il convegno, con il supporto di un primo catalogo, una ripresa video e di pannelli illustrativi sono stati presentati i diversi siti oggetto della ricerca, descritte per grandi linee le caratteristiche, lo stato di conservazione e le condizioni di accessibilità. In particolare sono stati comunicati i primi, parziali, risultati della ricerca condotta sul complesso architettonico di S. Filippo Apostolo, un sito che si è pensato di presentare già in questa prima fase in quanto costituito da un articolato sistema di spazi ipogei. Tra questi vi è, in particolare, una interessante cripta dipinta, del tutto sconosciuta ai più, della quale fino ad oggi non risultavano essere mai stati pubblicati né immagini fotografiche, né tantomeno rilievi architettonici.
La seconda fase del progetto "Ortigia Sotterranea" si concluderà in primavera. Gli esiti della ricerca verranno illustrati in un catalogo che conterrà i risultati della ricerca storica condotta sulle strutture ipogee già individuate nella prima fase, le relative schede di catalogazione e restituzioni grafiche dei rilievi architettonici.
Questo sito, attivo dalla data della conferenza di dicembre, verrà arricchito con nuove informazioni ed immagini messe a disposizione di operatori scientifici e non interessati allo studio di architetture ipogee.
Sarà, inoltre, messo a disposizione di studiosi ed appassionati un archivio fotografico, organizzato per documentare in maniera dettagliata le caratteristiche delle diverse strutture ipogee.
Ed infine verrà presentato un progetto di recupero e fruizione per rendere possibile l'accessibilità/visitabilità dei diversi siti e, dunque, la loro fruizione culturale e turistica.

Prof. Enrico Costa


ORIENTAMENTI DI METODO E CRITERI DI INDAGINE

Il programma della ricerca prevede una articolazione in tre fasi principali (con denominazioni convenzionali), ognuna con ulteriori sottosistemi di conoscenza o di elaborazione.
La prima fase, denominata indagine, è incentrata sulla acquisizione scientifica, o sulla verifica, di elementi e dati atti a quantificare, localizzare, distinguere e periodizzare i "luoghi" oggetto della ricerca su Ortigia ipogeica (anche nella eventuale successione delle trasformazioni dei singoli esempi allo stato attuale delle conoscenze). La fase di indagine comprende tre sottosistemi di ricerca: inventario ricerche, censimento e iconografia storica.
La seconda fase, denominata analisi, prevede la comprensione, tramite osservazione scientifica e rilevamento, dei caratteri fisionomici e contenutistici degli ambienti ipogeici e la riorganizzazione critica e per settori di tutti gli elementi informativi acquisiti nella prima fase, sia attraverso le acquisizioni documentarie che con le indagini sul campo. L'analisi si articola in quattro momenti: ragionamento sullo stato delle conoscenze; rilevamento fotografico, grafico e schedatura; mappatura; individuazione delle corrispondenze idrogeologiche sulla terraferma.
La terza fase, denominata studio, è relativa alla rielaborazione tematica dei prodotti della conoscenza conseguiti (non ultimo con la comparazione incrociata dei vari sottosistemi dell'indagine e dell'analisi) in vista della formulazione del progetto finale di rivalutazione di questo particolare tipo di bene architettonico e ambientale. Lo studio metterà a confronto criticamente il caso di Ortigia ipogeica con esempi analoghi selezionati per affinità tipologiche, di destinazione o di formazione ma sempre caratterizzati dal fatto di costituire comparti di più oggetti in qualche modo raccordati o relazionabili, tali da costituire veri e propri "distretti ipogeici".

Arch. Ettore Sessa


ORTIGIA E L'ACQUA: ASPETTI GEOLOGICI

Risulta sicuramente di interesse, al fine del progetto di studio in trattazione, fornire le principali informazioni in ordine alla cornice geologica nella quale l'isola di Ortigia è collocata, e ciò al fine di una più corretta interpretazione delle attività antropiche che hanno caratterizzato la sua definitiva urbanizzazione e l'utilizzo delle sue risorse.
L'isola di Ortigia (oggi tettonicamente identificabile con un "Horst") costituisce uno dei numerosi relitti di terraferma risparmiati, nel corso di trascorse intense mutazioni geologiche, dall'avanzare del mare e creato dal grande sistema dislocativo della faglia Ibleo-Maltese lungo il margine della Piattaforma crostale africana, che ha ribassato ad Est il fondale del Mare Ionio, anche attraverso particolari faglie chiamate "trascorrenti", ad Ovest tutta l'area del Porto Grande di Siracusa e della piana alluvionale dell'Anapo-Ciane ( che oggi costituiscono un vasto "Graben"), quest'ultima successivamente (Quaternario) riempita da sedimenti marini e fluviali e quindi riemersa. Il citato sistema di faglie, a prevalente andamento NE-SW e NW-SE e subordinatamente con direzione NS ed EW, interagisce idrogeologicamente con il ricco sistema di falde idriche dell'Altopiano Ibleo, dando luogo, talora attraverso complessi processi di sifonamento, a fenomenologie sorgive, spesso di portata consistente, lungo la fascia costiera.
Nella fattispecie l'isola di Ortigia presenta una particolare ricchezza di acqua dolce, di provenienza iblea, che in alcuni casi (Fonte Aretusa) viene a giorno con manifestazioni copiose (qualche centinaio di litri al secondo), in altri è stata captata da pozzi scavati dall'uomo nel corso della storia; è qui il caso di citare come esempio i più conosciuti, quale il Bagno della Regina al Castello Maniace, oggi praticamente prosciugato, la Fonte delle Puerpere presso la Chiesa di S.Filippo, le Concerie presso la Fonte Aretusa, e così via.
Litostratigraficamente Ortigia è costituita, nel suo settore centro meridionale (da Corso Matteotti-Porta Marina al Castello Maniace) dalle Calcareniti biancastre, ben stratificate ed alternate a livelli più teneri di marne calcaree, facenti parte della Formazione Monte Carrubba di età Tortoniano Superiore-Messiniano Inferiore (10-15 milioni di anni), aventi giacitura ENE, dotate in genere di basso coefficiente di permeabilità primaria, ma discreto, talora elevato, coefficiente di permeabilità secondaria nelle aree interessate dagli intensi processi di fratturazione presenti lungo i principali piani di discontinuità, piuttosto diffusi nell'isola.
Il settore settentrionale di Ortigia si presenta geologicamente più giovane, privo di cavità ed idrogeologicamente non di interesse ai fini del presente lavoro. La presenza di cavità artificiali (p.es. le gallerie utilizzate durante il secondo conflitto mondiale come rifugio antiaereo) consente di indagare il sottosuolo di Ortigia in modo pressochè capillare, vista la loro distribuzione.

Antonello Mamo


Planimetria di Ortigia con l'individuazione dei siti ipogei

Legenda della Planimetria di Ortigia:

Sito I - Piazza Duomo:
Le fondamenta del tempio di Atena.
La cisterna ed i percorsi ipogei.

Sito II - La fonte Aretusa:
Le sorgenti naturali d'acqua.
Le concerie dell'Aretusa, Cannizzo - Bellomia e Bongiovanni.

Sito III - Il quartiere della Giudecca:
Il complesso architettonico di S. Filippo Apostolo.
I bagni cultuali di Palazzo Bianca.
La cisterna di Palazzo Corpaci.


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